“Postmodernismo. Stile e Sovversione”1970–1990”
Il Post-modernismo, con una radicale opposizione
col passato, senza retorica, ha destabilizzare il
Modernismo coinvolgendo anche l’aspetto sociale
dando voce, quindi, agli emarginati, ma
rivalutando, altresì, le strutture del potere.
E se i Modernisti, come ad esempio Gaudy o Picasso, fecero fronte sull’irripetibilità e sulla
singolarità, i Post-moderni, come Andy Warhol
o de Kooning privilegiarono le mescolanze e la
ripetitività. E mentre il Modernismo, inoltre, ha
carattere unico ed è europeo, il postmodernismo
è americano ed è principalmente legato al
consumo.
A coniare il termine postmodernismo è stato
Lyotard nel 1979 nel libro “The Postmodern
Condition “, in cui ha sottolineato la molteplicità di
visione del mondo ribaltandone il concetto di
visione unica e conferendo, quindi, ad ognuna
la stesso validità.
Stabilire, tuttavia, quando il postmodernismo
sia iniziato e se sia finito è altro discorso
complesso per via della confusione ingenerata
dalla compresenza di pensieri contrastanti,
come ad esempio sul concetto di verità assoluta e
relativa, in base alla convenzionale definizione di
senso. Si è arrivati, insomma, ad un consapevole
rimescolamento di stili e di criteri estetici,
approdati ad un arcipelago di ricerche in cui tutto è
privilegiato e niente è privilegiato.
Ora al Mart di Rovereto è visibile la mostra
”Postmodernismo. Stile e Sovversione 1970–1990,
curata da Glenn Adamson e Jane Pavitt,
proveniente dal Victoria and Albert Museum
di Londra. Vi si indaga sull’arte, l’architettura
e il design degli anni Settanta e Ottanta, periodo
composito e controverso delle avanguardie
moderne.
L’ esposizione, collegandosi idealmente alla mostra
del 2009 “Cold War, Guerra fredda 1945-1970”, che
si attestava agli anni Sessanta, prende avvio dagli
anni Settanta sviluppando il Postmodernismo
in tre itinerari cronologici: l’architettura; il design,
l’arte, la musica e la moda; e infine la cultura
iper-consumistica legata all’ industria negli anni
Ottanta.
Le 200 opere esposte, in effetti, costituiscono
un caleidoscopio frastornante di espressione
globale delle varie arti, a cominciare dal
contrasto col Modernismo da parte degli architetti.
Tale fu l’intendimento della “Via Novissima”,
un’ipotetica strada con costruzioni di facciate
neoclassiche, prive di funzioni reali per affermare
l’avversione alla sistema capitalista, progettate da
venti architetti internazionali per la Biennale di
Venezia del 1980, come ricorda con un testo in
catalogo l’architetto Paolo Portoghesi.
E’ presente anche il
cinema con immagini di
Blade Runner di Ridley
Scott, estratti dal film
”The Last of England” di Derek Jarman, 1987, e
video musicali di Laurie Anderson, i New Order e
Grace Jones e poi le opere di Rauschenberg e di Jeff
Koons, di Ai Weiwei e di Cindy Sherman.
L’esposizione è ricchissima di esempi di
commistione delle arti nella proliferazione del
postmodernismo nel design, nell’arte, nella musica
e nella moda durante gli anni Ottanta, dal design
alle fotografie di moda di Guy Bourdin ed Helmut
Newton, dagli oggetti di Annie Lennox e Devo al
giradischi di Grandmaster Flash, alla copertina
dell’album dei Kraftwerk “Die Mensch Machine” e
ai costumi di scena delle coreografie curate da
Karole Armitage e Michael Clark, ai gioielli ideati
per Cleto Munari da Sottsass, Michele De Lucchi e
Marco Zanini e a inaspettati servizi di
piatti progettati da architetti come Zaha Hadid,
Frank O. Gehry e Arata Isozaki.
Sono, insomma, esempi, di un universo
eterogeneo, eccessivo e contrastante, tipici
caratteri del postmodernismo, che ha legittimato la
realtà delle differenze.
Anna Maria Di Paolo©
MartRovereto, Corso Bettini, 43. Rovereto (TN) Catalogo Electa fino al 3 giugno 2012. mar-dom 10.00-18.00 ven 10.00-21.00.
Tariffe: Intero 11 Euro, Ridotto: 7 Euro. Gratuito fino ai 14 anni.
info@mart.trento.it; http://www.mart.trento.it